Gli abitanti della terra dei ghiacci perenni
Il cammino del perfetto risvegliato è difficile da seguire come il cammino degli uccelli nell’aria.
Ognuno crede di camminare, in quanto essere animico-spirituale, sulla Terra solida, ma è solo un illusione, illusione che si disfà appena morti, quando nel nido di carne che periste per qualche giorno dopo il trapasso si realizza che non ci si può più muovere, che si è “fisicamente paralizzati”, e che con il cervello è morto tutto quello che si pensava esistere.
In realtà, come esseri spirituali-animici, camminiamo su terreni di natura completamente diversa dal solido suolo terreno.
Chi ha qualche cognizione di spiritualità, può aver nozione dell’esistenza della Terra dei Bodhisattva. Camminando su questa Terra dei Bodhisattva si ha l’esperienza che ad ogni passo si viene riempiti di beatitudine, di una prorompete forza spirituale luminoso-sonora. Ma ci si può arrivare, alla Terra dei Bodhisattva, solo per forza propria.
“Il cammino del perfetto risvegliato è difficile da seguire come il cammino degli uccelli nell’aria”.
Ma allora, quelli che non sono capaci di tracciare il proprio individuale cammino su quale terreno lasciano le loro impronte? Camminano nella Terra del Ghiaccio eterno, e proprio per questo non lasciano impronte individuali, obbediscono ad un essere collettivo. E questo è facilmente osservabile a chi abbia realizzato il controllo del pensiero.
La fenomenologia di questi soggetti, maschi o femmine che siano, è quella di essere ancorati a pensieri pensati da altri e ritenuti veri, verissimi, indubitabili, e quando qualcuno esprime un pensiero suo o di altri ma sostanzialmente diverso dai loro pensieri, si congelano, entrano in uno stato di agitazione, sentono l’impellente desiderio di correggere il pensante “sbagliato”.
Non ammettono che qualcuno possa pensare – su temi a loro cari – qualcosa di diverso da come la pensano loro, hanno in odio l’umanità, che invece è bella proprio perché varia.
Naturalmente, non avendo ragioni logiche, fondate sull’esperienza (Filosofia della liberta), tirano in ballo spettri: “Lo ha detto Pippo, lo ha detto Pluto, lo ha detto Paperino”, perché simile è la sostanza di quel che evocano quando dicono: “Lo ha detto Steiner, lo ha detto Scaligero, lo ha detto Mimma”.
Non hanno idea-esperienza di cosa siano e facciano i menzionati ora.
Ovviamente non sono liberi, abbagliati dai loro padroni, ne eseguono i comandi, alla lettera. Come uscirne?
Cosa vuol dire “vivente”? Vuol dire che l’Io prende ogni pensiero che trova in sé, nella sua anima, e lo guarda e lo giudica: “Conforme all’oggetto o difforme dall’oggetto?”. Se un singolo pensiero non gli torna va a vedere, cerca l’osservazione, se di contenuto vero o supposto, animico-spirituale, cerca il metodo dell’osservare che giustifichi l’esistenza e forma (qui in senso aristotelico) di quel singolo pensiero.
Il metro non può non essere che quello del rapporto concettuale-agente con ago e filo, oppure cacciavite e vite. Dimostrato negativamente per coerenza d’azione concettuale, il singolo pensiero va messo fra le cose da verificare, se lo si reputa importante.
I pensieri, che possono pure avere un’origine spirituale, vengono congelati dalle entità ahrimaniche appena assumano la forma riflessa, è un tutt’uno. Queste non aspettano altro che i pensieri cui voi date maggior credito, per farli propri, congelandoli: voi vi trovate in quei pensieri come la lepre nella tagliola. D’altra parte quel vostro momento di verità che avete probabilmente vissuto per farlo “vostro” viene preso e continuato dalle entità luciferiche che ve lo fanno sentire “vero” anche se non avete idea di cosa quel pensiero sia.
Girate per il mondo con apparente aspetto di uomini e donne, ma siete solo schiavi.
Ogni qualvolta vogliate professare un “vero” guardatevi, prima di professarlo, se non vedete dove stanno e cosa stanno facendo i vostri doppi, in voi, bloccatevi perché siete nelle loro mani. Hanno sviluppato il loro “Io” moltissimo tempo prima di voi e padroneggiano il vostro con ogni facilità, se non vi portate e mantenete in una posizione esterna ai vostri pensieri, là dove Essi non possono più nulla.
Posizione che sviluppate prima, per poi poterla esercitare, realizzando il primo esercizio. Realizzare il primo esercizio non vuol dire che non lo fate più, lo avete realizzato quando sarete SEMPRE nella posizione e struttura aurica che sviluppate col primo esercizio.
Gli abitanti della terra dei ghiacci perenni, non lasciano impronte.
Il Reazionario