Le origini del Sacro Romano Impero
Come è inevitabile che sia, non tutte le epoche storiche godono della medesima fortuna in termini di interesse, studi e pubblicazioni. Così come, le stesse, pur essendo univocamente individuate come datazione, presentano in realtà al loro interno differenziazioni significative. Nello specifico, intendiamo riferirci ad un periodo classificabile integralmente nel medioevo, ovvero ad i suoi albori, decisamente meno conosciuto e sul quale molto meno si è scritto sia per la storiografia che la letteratura, ma che presenta aspetti non meno interessanti ed avvincenti, nonché ricco di personaggi ed avvenimenti che influenzeranno la storia successiva.
Ci riferiamo all’arco temporale che va dal 476 d.c., anno della destituzione di Romolo Augustolo, tradizionalmente indicata come data di inizio del medioevo, all’800 d.c., in particolare al Natale di quell’anno, ovvero al giorno dell’incoronazione di Carlo Magno e alla nascita del Sacro Romano Impero. C’è infatti un elemento molto importante che a nostro parere caratterizza questi tre secoli abbondanti, ovvero l’assenza di un’entità imperiale specificamente europea ed occidentale, presente invece, ad eccezione di questi circa trecento anni, dal I secolo dopo cristo fino agli inizi del 1800. Infatti, se da un punto di vista formale l’impero d’oriente era la prosecuzione legittima dell’impero romano ed anzi la restituzione delle insegne da parte di Odoacre all’Imperatore Zenone, sancivano, sempre formalmente, una riunione dell’impero diviso dalla morte di Teodosio nel 395, in realtà quell’evento sancì in modo irreversibile la definitiva separazione dei due mondi che giunse talvolta a sconfinare in aperta conflittualità.
In Italia ed in Europa iniziò un periodo di caos, in alcuni casi di vera e propria anarchia, tale per cui, la stessa ricostruzione storica diventa complessa, a volte contorta e la rapidità dei mutamenti di assetto territoriale e governativo portano a smarrire il filo della successione degli avvenimenti e delle cause che li hanno generati. La stessa perdita di centralità nei destini del mondo da parte di Roma, è fonte di disorientamento per chi è portato naturalmente a considerare l’Urbe e le sue istituzioni uno dei propulsori della storia non solo dell’occidente, ma del mondo intero.
Tuttavia seppure in un quadro così intricato e destabilizzante, sono numerosi i personaggi di grande spessore protagonisti di quell’epoca, così come gli avvenimenti che segnarono in modo significativo le sorti dell’umanità.
A partire da Odoacre, il quale fu non solo un grande condottiero, ma al momento opportuno rivelò insospettate abilità diplomatiche e politiche che gli consentirono di regnare sull’Italia per circa quindici anni. Successivamente, la dominazione gotica e la conseguente guerra, passate alla storia come un periodo di decadenza, per molti aspetti anche giustamente, fecero emergere grandi figure, tra cui lo stesso re Teodorico che diede vita al regno degli Ostrogoti e i due illustri generali che contribuirono alla riconquista dell’Italia per l’impero d’oriente, Belisario e Narsete.
Poco prima che Teodorico diventi re, ascende al trono dei Franchi colui che diventerà anche suo cognato, Clodoveo, protagonista della conversione dei franchi al cristianesimo, le cui conseguenze segneranno il destino dell’Europa e della Chiesa stessa.
Come precedentemente anticipato, seppure la fine dell’impero d’occidente dovrebbe significare la riunificazione dell’impero romano, di fatto l’Europa è un coacervo di regni barbarici autonomi e vere proprie zone franche che non saranno mai realmente sotto la giurisdizione di Bisanzio. Per il quale anzi, rappresenteranno più una fonte di problemi che una parte del proprio dominio, se si eccettua l’attenzione per la città di Roma che simbolicamente manterrà la sua importanza, ma la cui gestione si sostanzierà nella nomina di un esarca, che solo sulla carta eserciterà il potere, mentre nella realtà sarà spesso subordinato al papa e al senato.
L’unico sussulto della reale vocazione imperiale romana di cui Bisanzio rappresentava la continuazione la si ebbe con Giustiniano, il quale non solo riuscì in una riconquista militare, ma anche in una momentanea riunificazione politica ed amministrativa di buona parte del territorio occidentale, che fece tornare per circa trenta anni l’impero agli antichi fasti regalando nuovamente al mondo opere d’arte, infrastrutture e leggi. A tal proposito diviene quasi superfluo citare il codice che è tuttora base per il diritto pubblico e privato delle nazioni occidentali.
Con la scomparsa di Giustiniano, la distanza tra Oriente ed Occidente diventerà incolmabile. La parte di impero con capitale Bisanzio, già fortemente connotata da elementi prettamente orientali è soggetta ad un processo di “grecizzazione” irreversibile e sempre più a discapito dell’elemento romano, di cui in sostanza manterrà solo il nome. Mentre, la parte occidentale, che non ha neanche più una capitale univocamente individuata, ripiomberà nel caos ed in particolare in Italia, quel breve periodo di quiete dovuto alla vittoria della guerra gotica, viene spazzato via dall’avvento dei Longobardi.
Questi ultimi, guidati da Alboino, sono un popolo germanico stanziatosi nella Pannonia, odierna Ungheria, e in pochi anni occupano la maggior parte dell’Italia settentrionale e centrale con un’ultima propaggine nel ducato di Benevento. Vi rimasero con alterne fortune fino all’avvento di Carlo Magno, esprimendo alcuni protagonisti di rilievo come lo stesso Alboino, Liutprando e Desiderio. Le ultime vicende del loro regno in Italia ispirarono l’Adelchi di Manzoni.
In questo contesto la città di Roma vive un periodo di transizione, in cui ogni anno che passa si afferma sempre più come guida non solo religiosa, ma anche amministrativa quella del Papa. In particolare, in contemporanea con l’arrivo dei longobardi, appare sulla scena una grande figura, quella di Gregorio I poi divenuto Magno, il quale in una città funestata da carestie, pestilenze ed intemperie, diventerà una guida ed un vero e proprio riferimento per i cittadini dell’Urbe ponendosi come uno degli ultimi rappresentanti della tradizione romana ed uno dei primi di quella cristiana medievale. Sotto il suo pontificato, la leggenda vuole che dopo una maestosa processione guidata dal Papa stesso per far cessare la pestilenza che affliggeva Roma, sia comparso sulla sommità della mole Adriana, l’arcangelo Michele con la spada in mano rivolta verso terra, in segno di salvezza per l’Urbe. È ancora lui che con la sua autorità imprime una svolta decisiva nella creazione di un vero e proprio Stato Pontificio, che troverà la sua legittimazione formale con la donazione di Sutri del 728, quando re Liutprando convinto da Gregorio II a cedere alcune delle terre appena conquistate, decide di donare il castello di Sutri ai beati Pietro e Paolo, cioè alla Chiesa, costituendo il primo nucleo materiale dello Stato pontificio e la base concreta del potere temporale dei papi, fenomeno che assumerà una valenza centrale nello vicende dei secoli successivi.
Se in Europa il quadro complessivo appare caratterizzato da una parabola discendente, nel versante medio orientale del bacino mediterraneo intorno al 600 d.c. appare una figura che darà una svolta sorprendente e straordinaria al tempo stesso alle popolazioni di quelle terre: il profeta Maometto. Con un’opera di proselitismo incessante e non priva di rischi, che ha una svolta con la cosiddetta Egira (emigrazione), l Islam, la religione rivelata da Allah al suo profeta, si diffonde in tempi rapidissimi tra pagani, ebrei, cristiani e mazdei della penisola arabica e con i primi califfi, sulle popolazioni dell’intero Vicino Oriente e della Persia. Supportata anche da efficaci azioni belliche l’area di influenza dei seguaci del Corano si estende velocemente sia ad oriente che ad occidente, giungendo già nel 711 addirittura in Spagna. Sembra una marcia inarrestabile che invece si infrange sugli scudi dei Franchi guidati da Carlo Martello a Poitiers nel 732 d.c.
E’ il primo di una lunga serie di scontri tra il mondo cristiano e quello musulmano, che avranno il loro culmine, ma non la loro fine, nelle Crociate.
E’ anche un tassello fondamentale per le ambizioni dei Carolingi, che intendono atteggiarsi a supremi difensori della cristianità nel mondo latino. Percorso che culminerà nella famosa incoronazione di Carlo Magno in San Pietro e nella rinascita, come detto, del Sacro Romano Impero, evento che chiude il periodo di vacanza dell’autorità imperiale e seppure con nuovi presupposti riporta l’Europa sotto l’egida delle ali dell’aquila dalle piume nere.
Il Reazionario